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La nascita di Leonardo Libero

Tutto iniziò un venerdì mattina. Mi alzo, esco con la mia bimba più grande e inizio a sentire i primi segnali che il momento era ormai vicino. Trascorro la giornata serenamente, le contrazioni preparatorie c’erano, a volte le percepivo lievi, altre dovevo accompagnarle attraverso il respiro.

Si fa sera, addormento la mia bimba e la guardo con la consapevolezza che da lì a poco avrebbe conosciuto suo fratello. Lei si addormenta abbracciata alla mia pancia (non era mai successo ma quella sera decide di appoggiarsi sopra al mio ventre e addormentarsi così). Sapevo che era arrivato il momento perchè dovevo fermarmi ad ogni contrazione, respirare, cantare e muovermi. Io e il mio compagno decidiamo di fare l’amore per trasformare quella sensazione di dolore in piacere, chiamando il nostro bambino attraverso l’amore: così come è stato concepito, attraverso un immenso atto d’amore, sarebbe nato. E così Leonardo Libero capì che era arrivato il momento.

Decido di passare il travaglio da sola, in salotto. Recito mantra “Sat Nam”, il mio nome è verità, un mantra che Giulia mi aveva insegnato durante il corso sul parto estatico. Decido di ballare ad ogni contrazione, cavalcando queste onde. A volte canticchio canzoni che ho cantato durante il mio Blessing way così da sentire la forza delle donne dentro di me.

Alle 2 di notte arrivano Elena e Micol, io sono sulla palla di yoga appoggiata sulla tavola della cucina. Loro entrano in punta di piedi e, senza dire una parola. mi accarezzano la schiena come per dire “siamo con te” “siamo qui”. Io ero completamente immersa dentro me stessa ma percepivo forte la loro presenza ed il loro amore.

Decido di farmi visitare, Elena mi chiede il permesso (cosa che davo per scontata dopo un primo parto in ospedale), ero già dilatata ad 8 cm, così in poco tempo hanno gonfiato e riempito la piscina. Mentre Micol preparava il nostro nido, Elena mi accarezzava la schiena; poi mi aiutano ad entrare in piscina.

Nessuna parola di troppo, nessuna visita invasiva, mi sentivo al sicuro. Appena entro in acqua il mio corpo si rilassa e dopo poco sento che è arrivato il momento di spingere, dopo poche spinte il mio bambino stava uscendo. Elena mi chiede se voglio sentire la testina.. Appoggiare la mano e sentire che il bambino è lì, é ormai tra le tue braccia mi ha dato una forza immensa. Un altra spinta e vedo il mio bambino immerso nell’acqua calda che si muove, spinge anche lui assieme a me. Sa come fare, lui sa nascere ed io so partorire.

Guardo Elena, guardo Micol, il loro sguardo materno mi dona serenità, come due angeli custodi erano lì per assistere al miracolo della vita… ricorderò per sempre quegli sguardi. Un’altra spinta e Leonardo Libero è tra le mie braccia, sono le 3:13 e non piange, è sereno, pieno di amore. Io sono estasiata, quasi non ci credo di aver partorito in così poco tempo, senza sentire tutto quel dolore che avevo sentito con la mia prima bambina. Dopo un po’ esco dalla piscina, mi sdraio sul divano e Micol mi prepara una tisana. Restiamo lì, a parlare a ridere, “Ho appena partorito e sto alla grande” pensavo. Al mio fianco, c’erano due professioniste, ma le ho vissute come due amiche, due sorelle. Mi sentivo al sicuro, stavo divinamente.

La placenta esce dopo quasi 2 ore, le ostetriche hanno lasciato tutto il tempo necessario affinché uscisse da sola, senza sforzare, senza interferire col processo naturale del secondamento. Mi aiutano a lavarmi e verso le 6 del mattino, dopo aver constatato che stavamo entrambi bene, se ne tornano a casa. La mia bimba più grande si sveglia e trova il fratellino in salotto; con faccia sorpresa corre a vedere la placenta ricoperta di fiori e guarda incuriosita ogni parte del corpo del fratellino. In quel momento compresi ancora di più che non potevo fare scelta migliore! Leonardo Libero è nato nell’amore, Gaia, la mia bimba più grande, ha la sua mamma ed il suo fratellino lì accanto a lei ed io posso allattarla come sempre, leggerle un libro senza restrizioni orarie. E poi davvero mi sentivo benissimo, mi sentivo forte e bella.

Le visite post parto sono state molto frequenti, per i primi 40 giorni avevo le due ostetriche, i miei angeli, accanto a me, per qualsiasi cosa. Cosa da non dare per scontata, in ospedale hai solo per 3 giorni qualcuno accanto a te, Elena e Micol ci sono state per ben 40 giorni! Il postparto è un momento estremamente delicato per una donna, hai bisogno di aiuto, di sostegno, di un abbraccio, di una risata e di un pianto liberatorio. Avere due persone come loro, aiuta a vivere serenamente questo sottile momento nella vita di ogni donna.

Queste ostetriche sono amiche, sono sorelle di cuore, con loro si crea un legame viscerale e autentico. Loro sono come due grandi madri che proteggono, sostengono e si mettono completamente a servizio della Vita.

Partorire il mio bambino a casa mi ha cambiato la vita, come madre ma soprattutto come Donna. Leonardo è nato nella dolcezza e nell’Amore, i nostri tempi sono stati rispettati, la Natura ha fatto il suo corso. Nascere a casa per me significa abbandonarsi al mistero della Vita, solo così ho potuto rinascere nell’amore.

Giulia Lanaro

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